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Un ambiente affollato. Qualsiasi, come una metropolitana o una sala d'attesa (ma anche una strada qualunque). Basta uno sguardo per accorgersi che relativamente poche persone sono inattive. La maggioranza, infatti, digita, gli occhi puntati su di un piccolo schermo. Inutile chiedersi cosa accada sui luoghi di lavoro: anche qui, nella maggior parte dei casi, si digita. Anche nelle case si digita, con l'unica differenza che, qui, lo schermo è più grande. Come le scimmie antropoidi volteggiano fra gli alberi, le talpe scavano gallerie e i castori costruiscono dighe, gli umani digitano davanti ad uno schermo. A volte, sembra, senza soluzione di continuità. Una specie originariamente ad alta flessibilità di prestazioni sta divenendo (tecnologicamente) specializzata. Il rapporto con la tecnologia diviene quindi un tema obbligato d'indagine e di riflessione, e non a caso la letteratura in proposito sta divenendo consistente: antropologi, neurologi, psicologi... si stanno occupando di un tema che inevitabilmente si allarga nella considerazione del rapporto più generale fra l'umano e il tecnologico. A ciò è dedicata questa monografia.